Aprire un ecommerce: una grande opportunità da progettare bene

Aprire un ecommerce: una grande opportunità da progettare bene

Il settore eCommerce nell’ultimo anno è cresciuto come non mai. L’ultimo trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, segna una crescita generale del +68%. I settori con l’incremento maggiore sono stati il food con un +121%, il wine & beverage con un +116%, l’elettronica con un +115%, pet +80%, farmaceutico +74%, fashion +37%, cosmetica e gioielli +26%. 1
Di questo incremento delle vendite online ne parliamo con Francesco Mauriello, project manager e developer di Arcadia.

Ciao Francesco, partiamo subito con una domanda impegnativa 😀: consiglieresti ad un amico di aprire un e-commerce, oggi, con la stessa leggerezza con la quale lo avresti fatto 3-5 anni fa?

La risposta è certamente si! Non solo consiglierei ma addirittura esorterei un amico ad aprirsi alle vendite online. Si tratta di un mercato il cui fatturato cresce in doppia cifra da oltre 5 anni e nel 2019 ha superato i 48 miliardi di euro in Italia.

Cosa è cambiato in questi ultimi anni?

Sicuramente è cambiata la percezione che gli utenti hanno degli acquisti online. Oggi è frequente immaginare di acquistare un prodotto online, prima ancora di cercarlo in uno store fisico vicino a noi. Già da tempo eravamo abituati a ordinare una pizza e riceverla a casa, adesso è altrettanto normale ordinare un paio di scarpe, un frullatore, un maglione o un attrezzo da giardinaggio.

Il lockdown ha inciso in maniera rilevante sulle abitudini dei consumatori nell’ultimo anno, ma alla base di questa tendenza vi sono diverse altre ragioni: una scelta ampia di prodotti e servizi, spedizioni sempre più rapide, prezzi competitivi, politiche dei resi efficaci e rassicuranti, costituiscono buona parte del successo degli e-commerce.

A larghe linee, cosa deve prevedere un’azienda, a livello di investimenti economici, di personale e organizzazione interna, che voglia puntare nella vendita online dei suoi prodotti o servizi? In pratica: quanto e cosa serve per aprire un e-commerce?

Fissiamo subito un punto fondamentale: gestire un e-commerce è tanto impegnativo quanto gestire un negozio fisico e, in alcuni casi, lo è anche di più perché mette di fronte a problemi che non ci sarebbero con la vendita vis-à-vis. A titolo di esempio, quanto è importante un pack adeguato per conservare la bontà e le caratteristiche di un alimento che dovrà viaggiare per giorni? E quanto lo è la spedizione refrigerata affinché arrivi inalterato a destinazione? Quanto incide la doppia spedizione se un cliente riceve un maglione sfilacciato e ne chiede la sostituzione?

Un piccolo e-commerce in fase di startup può essere gestito anche da una sola persona, ma via via che i numeri crescono c’è bisogno di un team strutturato e di personale qualificato per la gestione ottimale. C’è bisogno di qualcuno che si occupi della logistica, del magazzino, dei fornitori, dell’assistenza pre e post vendita, del marketing, dei resi. Chi gestisce un negozio fisico conosce perfettamente queste figure e sa che incidono in maniera importante sui costi di esercizio.

Circa un 20 anni fa, i costi per implementare un e-commerce erano improponibili, oggi sono più abbordabili per una piccola impresa che voglia aprirsi al mercato online. Come mai?

Dobbiamo ringraziare la nascita di nuovi modelli di business che vedono molte società impegnate a realizzare piattaforme per e-commerce con il supporto delle community di sviluppatori. Il software così ottenuto viene messo a disposizione gratuitamente per il download e costituisce un’ottima base di partenza per la realizzazione di un negozio online. Ovviamente non dimentichiamo di considerare i costi del server e dei servizi collegati, della personalizzazione della piattaforma (temi, moduli, funzionalità specifiche), degli aggiornamenti software, di eventuali licenze. Insomma, creare un e-commerce serio non è proibitivo come 20 anni fa, ma guai a pensare che sia gratuito, a meno che non si tratti di voler giocare a vendere online. 

Sono nate anche alcune aziende che offrono servizi di ecommerce a canone mensile, in gergo tecnico si dice in modalità SaaS, cosa significa?

Per SaaS (acronimo di Software as a Service) si intende un modello secondo il quale chi sviluppa la piattaforma, la mette a disposizione dell’utilizzatore senza condividerne il codice sorgente. Nel caso dell’ecommerce si tratta di concedere all’utente/venditore la possibilità di creare e gestire uno shop “preconfezionato” e con una personalizzazione ridotta, a fronte del pagamento di un piccolo canone. Le piattaforme SaaS consentono di essere operativi e pronti alla vendita in poco tempo; inoltre liberano gli utilizzatori dalle preoccupazioni relative agli aggiornamenti di sicurezza e alla gestione di dominio e hosting, consentendogli di concentrarsi sul negozio e le vendite.

E cosa consiglieresti a un tuo cliente che ti chiede che tipo di piattaforma utilizzare per la vendita online?

Non c’è una risposta univoca a questa domanda, dipende dalle esigenze, dai piani, dalle prospettive, dal budget e dalle intenzioni dei clienti. Oltre alla velocità di attivazione, la scelta di una piattaforma SaaS per l’ecommerce può risultare più economica all’inizio, ma diventare onerosa sul medio-lungo periodo; inoltre è da evitare quando un cliente necessita di una personalizzazione granulare del proprio negozio in termini di layout grafico, di funzionalità o di interconnessione con altri applicativi.

Al contrario delle soluzioni SaaS, quelle self-hosted hanno dei tempi di messa in opera più lunghi e dei costi di setup più elevati, ma sul lungo periodo consentono di ammortizzare l’investimento iniziale; sono comunque la scelta obbligata quando il cliente necessita della gestione totale del negozio (a patto di sapere dove mettere le mani).

Una volta messo online il negozio, quindi, si parte sparati con le vendite e con il fatturato? Giusto? O c’è bisogno di altro?

Questo è l’aspetto più importante da considerare: l’e-commerce è uno strumento, un canale di vendita, ma una volta pubblicato resterà lì, inattivo, senza generare il benché minimo traffico utile, come un bellissimo catalogo stampato ma non consegnato, o come un’eccellente braceria aperta in un vicolo sperduto di una grande metropoli, dove passa una persona al giorno e magari è anche vegana. La vera sfida per chi vuole approcciarsi all’e-commerce è riuscire a promuovere prodotti e servizi nel marasma delle offerte già presenti online. Farsi conoscere è necessario ma non basta, occorre riuscire a distinguersi e lo si può fare solo con un’attività di web marketing mirata.

Che tipo di strumenti bisogna utilizzare per far crescere l’attività online? E che tipo di competenze si deve sviluppare per gestirlo in maniera efficace?

Far conoscere e far crescere l’attività online è un lavoro lungo e complesso, richiede competenze, pazienza, investimenti e uno studio costante.

È indispensabile raccogliere e avere a disposizione i dati, tanti dati, sul mercato di riferimento, sui competitor, sul comportamento degli utenti che visitano il sito, sui carrelli abbandonati, sulle intenzioni di ricerca e i relativi volumi, sui tassi di consegna e apertura delle newsletter (giusto per citarne alcuni). Ma i dati vanno letti, analizzati e utilizzati come base per strutturare una strategia di posizionamento che sia efficace e lungimirante; è fondamentale mantenere il focus sugli obiettivi, occorre fare dei test, misurare i risultati, adeguare il piano d’azione e ripartire. E in questo contesto vanno opportunamente tarate le campagne di advertising e il budget da investire. In breve: è la strategia giusta che fa la differenza.

Per fortuna esistono innumerevoli software e strumenti che a più livelli ci aiutano a raggiungere gli obiettivi prefissati: SEOZoom, SEMrush, Google Analytics, MailChimp, MailUP, Hotjar, rappresentano una piccola parte di tutti quelli a disposizione. Non bisogna dimenticare però che i tool sono tanto più efficaci, quanto più esperti sono i loro utilizzatori.

Sono attività che conviene affidare ad agenzie specializzate o possono essere gestite internamente dalle aziende?

La gestione interna è possibile, ma a quale costo? Solo le competenze strettamente legate alle attività di marketing richiederebbero diverse figure professionali. A queste aggiungiamo poi le competenze tecniche necessarie in termini di sviluppo web, di grafica, di gestione social. In pratica l’azienda dovrebbe inglobare un’intera agenzia e mettere in piedi un comparto dedicato. Alcuni grandi player ragionano così, ma molto spesso la scelta opportuna è incaricare delle agenzie specializzate.

Un’ultima domanda: cosa consiglieresti a un’azienda che vuole aprirsi all’online oggi? Nel 2021? 

Di non indugiare oltre, di affidarsi a un partner qualificato e valutare la migliore soluzione possibile. Chi si affaccia oggi alle vendite online è già in ritardo, ma può recuperare.

Il fatturato degli e-commerce cresce a ritmi elevatissimi, l’apertura delle persone verso i mercati digitali è sempre più ampia. Con il supporto di un’agenzia specializzata in web marketing è più facile ottimizzare il budget e promuoversi senza timore di sprecare le risorse finanziarie.

Se vuoi valutare insieme a Francesco la possibilità di aprire un ecommerce per la tua azienda compila il form sotto 👇 e sarai subito ricontattato.

1 Fonte: Qapla

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