Perché sponsorizzare i post social è fondamentale?

Perché sponsorizzare i post social è fondamentale?

La scorsa settimana io e il mio socio Francesco abbiamo incontrato un imprenditore che, tra le altre cose, ha manifestato la necessità di investire sui canali social.

Durante la riunione ci siamo soffermati su un argomento che è quello delle inserzioni sponsorizzate e dell’importanza fondamentale di prevedere un budget adeguato per la gestione.

Innanzitutto proviamo a spiegare cosa sono le inserzioni sponsorizzate: sono dei post, dei contenuti, che attraverso il pagamento di un importo alla piattaforma su cui sono ospitati, vengono mostrati agli utenti che abbiamo selezionato come pubblico in fase di programmazione della inserzione.

Proviamo a fare un esempio esplicativo: ho un negozio di abiti da donna over 50. Se volessi promuovere la nuova collezione appena arrivata potrei fare una serie di post e poi sponsorizzarli. Durante la fase di programmazione dell’inserzione posso scegliere di farla vedere solo a un pubblico femminile, di età superiore ai 48 anni, che abita in un raggio di 15 km dal mio negozio e che abbia interessi verso il mondo della moda. Il mio post sarà visualizzato solo da utenti che possono essere davvero interessati così da evitare di sprecare soldi mostrandolo, ad esempio, a un pubblico maschile diciottenne.

Oggi è FONDAMENTALE prevedere un budget per sponsorizzare i post perché senza sponsorizzazione i nostri contenuti li vedono solo l’1% dei follower della nostra pagina!

In pratica se la mia pagina è seguita da 5.000 persone, quando pubblico un post e non lo sponsorizzo sarà visto, forse, solo da 50 persone.

Perché? Fondamentalmente per due motivi: algoritmo di FB e effetto saturazione (ne abbiamo parlato in maniera più approfondita in questo articolo del 2019: Effetto saturazione e cambio algoritmo di FB).

Facebook è sempre una società privata che punta al profitto, come tutte le aziende, per cui fa in modo, mediante i propri algoritmi, che i contenuti non sponsorizzati siano sempre meno visibili.

L’effetto saturazione, invece, lo possiamo spiegare con un semplice esempio:
Francesco, il mio collega, nel 2014 seguiva circa 100 aziende su Facebook e in media trascorreva sul social 45 minuti al giorno. Di queste 100 aziende la piattaforma gli mostrava a rotazione i contenuti di 30 aziende.
Oggi segue circa 700 aziende e trascorre sul social un’ora al giorno. La piattaforma gli mostra a rotazione i contenuti per 80 aziende perché in quel lasso di tempo (1 ora) più di quello non riesce a mostrargli.

Se facciamo un rapido calcolo percentuale possiamo notare come rispetto al 2014, dove Francesco riusciva a visionare i contenuti del 30% delle pagine che seguiva, oggi riesce a visionarne solo l’11,5%.

In quell’88,5% molto probabilmente ci saranno le nostre pagine e i nostri contenuti.

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