Nicola Nacca

Dietro dei folti baffi e un paio di wayfarer 954 c’è una persona cresciuta a miscela e film western convinta che il mondo fosse un posto migliore prima dell’avvento dell’iniezione elettronica e dello smartphone.

Ha iniziato ad interessarsi alla strategia politica osservando anziani agricoltori democristiani che si radunavano la domenica in piazzetta per commentare la neonata Seconda Repubblica e al marketing pubblicitario guardando le loro mogli tra i banchi del mercato. Ritiene che la sua miglior formazione derivi da Don Camillo e Peppone, anche se da una laurea in psicologia e un paio di master qualcosa di buono avrà imparato.

Dopo gli anni capitolini è felice di aver salutato i corridoi in stile barocco e gli uffici direzionali con ficus incorporato per tornare dove il profumo di tabacco essiccato e gli accenti ben marcati lo fanno sentire a casa.

Non è ancora molto chiaro che lavoro faccia ma, riferisce, che quando prova a spiegarlo pochi fanno domande e molti annuiscono con fare apparentemente interessato.

N.B. Prima che lo chiediate a lui, vi anticipiamo che ha i baffi perchè lo fanno sentire tranquillo e no, non ha intenzione di tagliarli.