Udito: il ruolo del rumore e della musica nella comunicazione
Siamo arrivati all’ultimo capitolo della Trilogia dei sensi per il settore del Food&Wine. Nell’articolo precedente abbiamo parlato del senso del Tatto e del potere delle consistenze, oggi chiudiamo con il terzo e ultimo senso: il membro della plebe Udito.
La musica e i suoni contribuiscono a costruire significati, a rafforzare associazioni e a stimolare sensazioni. Nella pubblicità l’uso dei suoni è utilizzato tantissimo. È impensabile immaginare uno spot senza la musica di sottofondo e senza i suoni di rinforzo in alcune scene. Un esempio su tutti: lo spot Estathè del 1997.
Una coppia di turisti in Messico chiede a due messicani che stanno facendo la siesta di portarli a fare un giro in barca. I due si lamentano del caldo e rispondono di no. Ma non appena uno dei due turisti buca il bicchierino di Estathè con la cannuccia, i messicani cambiano subito idea….
Il rumore di quando la cannuccia buca il bicchierino è esageratamente marcato, così come il suono della “soddisfazione” di chi beve per evidenziare la sensazione di appagamento nell’aver sorseggiato una bevanda fresca e dissetante in una giornata torrida estiva.
I suoni anticipano il sapore e fanno percepire il prodotto in maniera diversa influenzando le aspettative del consumatore. Per questo motivo le aziende produttrici di patatine danno molto peso alla scelta dei loro pack. Un pacchetto di patatine particolarmente rumoroso può far percepire il proprio contenuto più croccante rispetto alle stesse patatine poste all’interno di un packaging meno rumoroso. Attualmente tantissime aziende stanno implementando l’effetto del suono all’apertura dei loro prodotti per farli percepire di qualità superiore, o più fresco, o più appetitoso, o più gustoso.
Un altro esempio è il rumore del tappo di alluminio quando stappiamo un succo di frutta. Il TAC del tappo non solo ci comunica che c’è il sottovuoto ma ci da la sensazione di un prodotto fresco, genuino e ben conservato. Ci siamo talmente abituati a questo che se aprissimo un succo di frutta senza sentire il TAC pensiamo subito che il prodotto abbia dei problemi.
Il suono è un’arma potente attraverso il quale le aziende si fanno riconoscere tramite il “sound branding“ ed è un’esperienza importante per i clienti.
La musica si radica nella memoria e genera sensazioni che si riflettono sulla percezione del brand. Permette, inoltre, di aumentare il tempo di permanenza in uno showroom, ad esempio, o al supermercato e, creando una determinata atmosfera, può influire sulla scelta e sulla decisione di acquisto. Inoltre a livello di percezione riduce i tempi di attesa. Se infatti stai facendo la fila alla cassa di un supermercato in cui non c’è musica di sottofondo hai la sensazione di essere in attesa da più tempo rispetto a se la fila è “accompagnata” da un sound di sottofondo.
Per comprendere meglio come il suono possa essere determinante per riconoscere un prodotto o un brand analizziamo la campagna ideata nel 2019 dalla David Miami, che ha lanciato la prima campagna “visiva udibile” in assoluto per la Coca Cola.
Un’immagine può emettere un suono senza effettivamente emettere un suono? The Coca-Cola Company ha sfruttato la sua ricca storia di pubblicità sensoriale per lanciare una campagna unica che invita gli spettatori a “sentire” l’immagine di un annuncio nella loro testa.
La serie di fotografie mostra immagini macro di momenti classici della Coca-Cola: il “frizzante” delle bolle, il momento dello stappo di una bottiglia e l’apertura di una lattina. Il titolo recita “Try Not To Hear This”, “Cerca di Non Sentirlo” sfidando gli spettatori a evitare di riprodurre i suoni nelle loro teste, ma allo stesso tempo provocandoli a farlo.
Questo effetto è un esempio di sinestesia, quando due sensi diversi si incrociano nel cervello, producendo l’impressione che le persone stiano ascoltando una cosa anche se sono stimolate da un altro senso, la loro vista. La campagna Coca-Cola utilizza il suo prodotto immediatamente riconoscibile e rituali iconici per indurre il cervello ad associare automaticamente un’immagine a un suono specifico, riempiendo il silenzio con il suono atteso. In sostanza è un’illusione uditiva.
E voi siete riusciti a guardare l’immagine senza sentirne il suono?